“MATHEMA”, IL DOCUMENTARIO DI MAURIZIO GIORDANO, INTRODUCE LO SPETTATORE NELLA REMOTA GALASSIA DEL CPIA NAPOLI 2

(recensione di Luigi Pasquariello)

Nel 1999 il film “Non uno di meno”, per la regia di Zhang Ymou, conquistò il Leone d’Oro alla 56esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. In sintesi, il film racconta di una maestra in erba, appena tredicenne, che per non venire meno all’impegno, allettata anche dalla promessa di una ricompensa in denaro, preso con il collega titolare della cattedra che momentaneamente supplisce  - fargli ritrovare al suo ritorno tutti i suoi alunni, “non uno in meno” -  intraprende un disagevole viaggio attraverso la Cina rurale e povera nell’affannosa ricerca di un piccolo alunno che, per contribuire al magro bilancio familiare, è costretto a lavorare in città. Istantanee di un mondo lontano che nel contempo è anche vicino a noi, molto più di quanto si possa immaginare.

Dalle campagne cinesi alla giungla d’asfalto: i docenti e gli operatori del CPIA di Napoli 2, nell’indifferenza e nell’invisibilità, mutatis mutandis, ogni giorno si sobbarcano alle stesse “peregrinazioni” della giovane protagonista del film di Zhang Ymou.

A ricordarcelo è il documentario “Mathema”, di Maurizio Giordano, che appunto squarcia il velo di ignoranza che avvolge una realtà, i CPIA (nella fattispecie, quello di Napoli 2), la cui meritoria funzione è volta all’alfabetizzazione e al recupero intellettivo e culturale di studenti adulti, italiani e stranieri, inclusa la popolazione carceraria della Casa Circondariale di Poggioreale, che per vari motivi hanno interrotto gli studi dopo la scuola dell’obbligo.

Per il poeta russo Vladimir Majakoskij “l’arte non è uno specchio per riflettere il mondo ma un martello per forgiarlo”; ebbene Maurizio Giordano utilizza la telecamera non come un martello bensì come un piccone per abbattere il muro di pregiudizi e luoghi comuni che circonda il CPIA condannandolo così all’invisibilità e al travisamento della sua  fondamentale mission visto che accanto a coloro che semplicemente ne ignorano l’esistenza ci sono alcuni che non gli riconoscono lo status di “scuola” anche perché, come denunciato dalla Dirigente del CPIA 2 di Napoli, essendo un’istituzione “diffusa” nel territorio di pertinenza, molti stentano a identificarlo in un edificio fisico, concreto, reale: questo perché, sorta di contrappasso dantesco, per non cadere nella trappola del virtuale che ormai pervade ogni attimo delle nostre vite, scandite dai clic su smartphone, pc o tablet, moderni San Tommaso, avvertiamo ancor più l’impellente esigenza di “toccare con mano” per convincerci dell’esistenza della realtà che ci circonda.

Se Cesare Zavattini, lo sceneggiatore dei capolavori del Neorealismo firmati da Vittorio De Sica, teorizzava il “pedinamento della realtà” per “stanarla” in vista della sua rivisitazione artistica, Giordano si limita a prendere per mano lo spettatore per introdurlo nella remota galassia del CPIA 2 di Napoli; anche nel  suo ruolo di intervistatore, infatti, non occupa mai la scena ma la cede ai veri protagonisti del suo documentario, gli studenti e i docenti e professionisti che prestano la loro opera nel CPIA 2 di Napoli e nella Casa Circondariale di Poggioreale; quest’ultimi si raccontano senza filtri e infingimenti, in linea con la "scrittura" di un documentario che non indulge nell’edulcorare la realtà, non nascondendo, quindi, le difficoltà che incontrano quotidianamente nel loro lavoro, da quelle psicologiche di chi, dopo una giornata sotto la cappa opprimente e asfissiante di un’istituzione totale come il carcere, vive il ritorno alla realtà esterna come una liberazione, un ritornare a respirare a pieni polmoni a quelle didattiche di dover calibrare l’approccio metodologico in funzione delle esigenze di ogni singolo studente, ciascuno con alle spalle un vissuto diverso: da chi, trovatosi dall’oggi al domani disoccupato per effetto delle ricadute dell’emergenza legata alla pandemia di Covid-19, ha coraggiosamente deciso di tornare a sgobbare sui libri per costruire un futuro per sé e per i propri familiari agli stranieri che correttamente individuano nella scuola e nella padronanza della lingua del Paese che li ospita gli unici strumenti che agevolano l’inclusione sociale a ogni età, come testimonia una studentessa cingalese di 63 anni! 

Del resto, come acutamente osservava Benedetto Croce, “quando si sa senza più poter imparare, quando si è educati senza possibilità di meglio educarsi, la vita  si arresta e non si chiama più vita ma morte”.  Il cinema, per definizione, è “racconto per immagini”, il documentario, al contrario, è una successione di “immagini che si raccontano, che parlano al posto dell’autore”: lo dimostra inequivocabilmente la scelta stilistica di Maurizio Giordano di inframmezzare il tessuto narrativo del proprio documentario con alcune sequenze tratte da due film dedicati alla condizione dei carcerati, il pluripremiato “Le Stanze aperte”, di Maurizio e Francesco Giordano, e “Reclusi”, in cui i connotati dei detenuti intervistati sono circoscritti in un rettangolo come a voler rendere anche plasticamente che, in quanto reclusi, possono interloquire solo attraverso la feritoia della porta della loro cella.

 Ma degno di menzione è anche il titolo, “Mathema”, “matematica” in greco antico, il cui etimo è il verbo  greco “manthano” che significa “apprendere, imparare” come a voler sottolineare che la scuola, di ogni ordine e grado, non è solo un  luogo dove i pochi insegnano ai molti ma anche e soprattutto un ecosistema in cui tutti, docenti e discenti, imparano e apprendono in continua osmosi. A maggior ragione quando gli studenti sono soggetti a forte rischio di marginalizzazione sociale e soprattutto stranieri la cui  piena integrazione, con conseguente affrancamento dallo stigma del “diverso”, non può prescindere da un’adeguata formazione culturale proprio perché, come sottolineava l’orefice e scultore rinascimentale Lorenzo Ghiberti (tra le sue opere più famose e celebrate la Porta del Paradiso del Battistero di Firenze), “colui che è ricco di cognizioni non è, anche fuori di patria, straniero in nessuna parte del mondo: anche privo dei suoi beni e abbandonato dai suoi amici, egli è pur sempre cittadino in qualunque città  e può senza timore spezzare l’instabilità della fortuna”.

Luigi Pasquariello, giornalista , per @VEDTv

 

 

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MATHEMA - Scienza, conoscenza, apprendimento

Diretto da Maurizio Giordano

Con la collaborazione artistica di Vincenzo Giugliano

Realizzazione tecnica: Francesco Giordano, Gianni Scirocco, Federica Spiteri

Cast: Docenti intervistati, studenti del CPIA Napoli Città 2 e l'amichevole partecipazione di Adriano Martucci

Realizzato in collaborazione con: SLY Production, Baruffa Film, Universutà degli Studi di Napoli Federico II, VED Associazione CUlturale.