Paolo Ruffini al #GIFFONI53: Il Cinema è un Sogno a Occhi Aperti e Giffoni è la Cura per l'Infelicità

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"Paolo Ruffini al #GIFFONI53: Il Cinema è un Sogno a Occhi Aperti e Giffoni è la Cura per l'Infelicità"

Paolo Ruffini, regista, attore e produttore italiano, ha catturato l'attenzione di tutti durante il workshop della quarta giornata del Giffoni Film Festival. Con la sua brillante conversazione, ha intrattenuto il pubblico della Sala Verde della Multimedia Valley, composto dai partecipanti della sezione +18.

Ruffini si è definito uno spettatore professionista di cinema e ha espresso il suo amore per l'immagine cinematografica e la sua dilatazione orizzontale. Ha sottolineato l'importanza di continuare a guardare e pensare in modo orizzontale, poiché ognuno di noi sogna in questa direzione, e il cinema è un grande sogno a occhi aperti.

Il suo talento si è espresso in diversi campi, dal teatro alla radio, fino al grande e al piccolo schermo. Con gentilezza e sensibilità, Ruffini ha affrontato anche tematiche sociali delicate, come il bullismo nel film "Il Ragazzaccio", presentato al Giffoni Film Festival lo scorso anno.

Ruffini ha affermato che il cinema, insieme al teatro, è una notizia che non finisce mai. Ha esposto il suo desiderio di aggiungere un po' di fantasia al cinema italiano, poiché talvolta sembra preferire strade già battute o remake di film stranieri anziché idee originali.

Affrontando il tema del narcisismo nel mondo del cinema, Ruffini ha osservato che eccessiva proiezione egoica può portare a conflitti tra produttore, regista e attori, e ha enfatizzato l'importanza di evitare di rovinare una produzione a causa dell'ego.

Il regista ha anche fatto una critica al politicamente corretto, sostenendo che l'arte, inclusa quella cinematografica, è libertà e non deve essere limitata dalla politica o dalla correzione politica. Ha citato alcuni capolavori del cinema, tra cui opere di Pasolini e film come "Ultimo tango a Parigi" e "Fantozzi", come esempi di opere d'arte che sarebbero state censurate se seguissero i dettami del politicamente corretto.

Al termine del suo intervento, Ruffini ha espresso il suo amore eterno per il Giffoni Film Festival, definendolo un luogo di gentilezza, sorrisi e abbracci. Ha sottolineato che il festival ha il potere di curare l'ansia e l'infelicità, poiché in quel luogo ci si sente bene e si riscopre la fiducia nel genere umano. Il suo coinvolgimento e l'affetto dimostrato nei confronti del festival hanno reso il momento finale del suo intervento ancora più speciale e significativo per il pubblico presente.