CRONACA DI UN ESORCISMO – Spettacolo teatrale di Maurizio Giordano

L’adattamento teatrale del film dell’Esorcista in uno spettacolo con Marina Suma, Sasà Trapanese, Maura Perrone, Carlo Valastro, Giancarlo De Simone, Gianni Sallustro.

“Cronaca di un esorcismo”: quando l’orrore cinematografico incontra il palcoscenico

Maurizio Giordano porta in scena uno dei film più celebri e terrificanti della storia del cinema, “L’Esorcista” di William Friedkin, con una rielaborazione originale intitolata Cronaca di un esorcismo. L’opera debutta a Napoli presso lo spazio del Mezzo Teatro, con una rappresentazione unica e moderna dell’iconico scontro tra il bene e il male. Protagonisti della pièce sono Marina Suma, Giancarlo De Simone e Sasà Trapanese, in un adattamento che, pur rievocando le atmosfere del classico cinematografico, porta nuove riflessioni sulla condizione umana e sui demoni che albergano dentro di noi.

La sfida di trasporre l’orrore cinematografico a teatro

L’esperimento teatrale di Giordano ha radici profonde. Il regista, già noto per lavori come il documentario Le Stanze Aperte e il film Terra Infelix, si è specializzato nel portare in scena storie forti, spesso ispirate alla realtà. Nella sua tesi “Teatro e cinema in opposizione. Fenomenologia di un’assenza: l’orrore a teatro”, Giordano ha indagato la difficile traduzione dell’orrore cinematografico sul palco, partendo proprio dall’adattamento dell’Esorcista a teatro, effettuato circa dieci anni fa. L’intento era quello di offrire al pubblico la stessa intensità e paura vissute al cinema, ma le sue conclusioni sono state illuminanti: sebbene l’orrore sia vivo in entrambe le arti, al cinema e a teatro produce effetti profondamente diversi.

La madre che sfida il male

Marina Suma, nel ruolo di una madre tormentata e disposta a sacrificarsi per salvare la figlia posseduta, rappresenta la forza drammatica di questa rivisitazione. “Non avevo mai visto il film con Linda Blair”, racconta l’attrice, “non amo il cinema horror, ma la sceneggiatura di Giordano mi ha conquistata. Il male di cui si parla qui è universale, un viaggio attraverso la violenza, la guerra, le sofferenze dell’anima e del corpo”.

Con questa interpretazione, Giordano ha creato uno spettacolo che va oltre la paura: Cronaca di un esorcismo diventa uno specchio della nostra epoca, riflettendo i conflitti moderni, la devastazione delle guerre e le ferite collettive della nostra società. La scenografia arricchisce questa lettura con busti, manichini e diapositive spettrali, che insieme a cambi vocali e effetti speciali trasformano il palco in un incubo visivo.

Un finale diverso, una catarsi necessaria

A differenza del film, il finale di questa versione teatrale è catartico. La protagonista compie un atto di amore estremo per liberare la figlia dalla possessione, offrendo così al pubblico un messaggio di speranza e redenzione. Un epilogo che, secondo Suma, rappresenta “un atto estremo di pietas materna”, capace di redimere gli animi devastati dalla violenza e dal dolore.

Cronaca di un esorcismo si distingue per l’abilità di Maurizio Giordano di usare il linguaggio teatrale per sfidare i confini delle emozioni, senza cercare di replicare il cinema, ma creando un nuovo modo di vivere l’orrore.


Maurizio Giordano

Filmografia dal 2000:

2020» Ladri d’Anima: regia
2017 » Terra Infelix: regia, soggetto, sceneggiatura
2013 » doc Le Stanze Aperte: regia, soggetto, sceneggiatura, montaggio, produttore, Traduzione in Inglese e Sottotitoli

Biografia:Dopo aver lavorato come sceneggiatore per diverse fiction nazionali e successivamente come documentarista, debutta alla regia con alcuni cortometraggi, tra cui “Il buio e le sue paure”, girato con i bambini rom della periferia di Scampia – Napoli. Al lavoro dietro la macchina da presa ha alternato quello in teatro, con spettacoli diversi (“Cronaca di un esorcismo”, su un testo proprio, rielaborazione libera da Friedkin, “Da, di e alla maniera di”, da Achille Campanile, “Chillullà”, da un testodi Ernesto Filoso), per specializzarsi poi in regia cinematografica alla Zero dé conduite, sotto la guida di Prospero Bentivenga, e degli sceneggiatori Marzio Casa e Anna Pavignano e in produzione cinematografica alla Riverfilm di Maurizio Fiume (2002),e conseguire infine il diploma master di sceneggiatore cinematografico presso la sede AGIS (ex-ANICA) di Napoli, docenti Paolo Sorrentino e Nicola Giuliano.
Nel 2004, con il fratello Francesco, lavora ad un primo progetto nel carcere di Secondigliano, dal titolo profetico “Fischio d’inizio”: sarà la base su cui,successivamente si svilupperà “Le stanze aperte”, opera di elevato interesse culturale.
(ultima modifica: 07/04/2013)

Al Master Teatro Pedagogia e Didattica di 2° livello di Arti formative all’ Università Suor Orsola BenincasaMaurizio Giordano ha brillantemente presentato la sua tesi ” Teatro e cinema in opposizione. fenomenologia di un’assenza: l’orrore a teatro” sul confronto tra teatro e cinema, esaminando in particolare la mancanza di impatto emotivo dell’orrore rappresentato sul palco teatrale. È partito dal suo audace esperimento di portare il film dell’Esorcista sulle tavole teatrali circa 10 anni fa con la rappresentazione teatrale “Cronaca di un’esorcismo”. Attraverso questa straordinaria rappresentazione, ha indagato la possibilità di far provare al pubblico le stesse sensazioni di terrore e paura che si avvertono guardando il film. Le sue conclusioni sono state sorprendenti: nonostante l’impegno e la maestria nell’adattare la storia cinematografica al palcoscenico, la stessa potenza emotiva dell’orrore sembra svanire nell’ambiente teatrale, evidenziando come il teatro e il cinema offrano esperienze sensoriali e psicologiche diverse, sottolineando l’assenza di quel senso di terrore così caratteristico del cinema nell’ambito teatrale. Un’analisi che ci ha spinto a riconsiderare il modo in cui percepiamo e viviamo le emozioni nelle diverse forme d’arte.

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