DA UNA H A UNA P

La storia di Maria Rosaria Ricci

La quarta giornata del laboratorio ‘Tecniche di Linguaggio Giornalistico’ è stata dedicata alla storia della giornalista e scrittrice Maria Rosaria Ricci, ospitata dal prof. Francesco Giordano per presentare il suo libro “Abilmente, il coraggio di non arrendersi” ed essere portavoce di resilienza per gli studenti frequentati, aspiranti giornalisti.

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Dalla nascita Maria Rosaria è affetta da tetraplegie spastica, le sue battaglie sono iniziate fin dalla giovane età, a scuola ha lottato per l’introduzione della macchina da scrivere, perché, dice, “la scrittura è il mio modo di camminare, correre e saltare, con la scrittura esprimo me stessa, le mie idee e i pensieri più reconditi”. Maria Rosaria capisce che questa strada le appartiene perché la vita non è solo quello che ci ritagliamo nel nostro piccolo, la vita inizia quando superiamo i nostri limiti. Lei è sempre stata caparbia, durante la sua infanzia giocava con i fratelli in cortile e reggendosi alla ringhiera, dice, calciava la palle più forte che poteva. La giornalista ha miscelato la sua vita attorno a tre parole chiave: consapevolezza, accettazione, rimodulazione, “è cosi che ho raggiunto la normalità, percorrendo altre strade”, ma senza il supporto della famiglia, dei genitori, di zii e cugini, non ci sarebbe mai riuscita, sono state le prime persone a farla sentire uguale a tutti. Importante è stato il suo amico d’infanzia, definito angelo custode, senza il quale sarebbero stati difficili i rapporti sociali. Questi sono stati i primi a credere in lei, a farla sentire una persona, “non dimenticherò mai la frase che mio fratello mi ripeteva ogni volta che mi trovava davanti al televisore” afferma con commozione “chiudi questa televisione, prendi un libro e leggi”. Con il tempo

preferiva sempre più leggere, a qualsiasi altra attività e alla domanda di uno dei ragazzi presenti su quale fosse il libro che le ha insegnato di più, risponde “non ne ho uno in particolare, ogni libro che ho letto mi ha aiutata a costruire la mia scalata”.
La vita di Maria Rosaria è stata una bella sfida, ma lei ha trovato il mezzo per vincerla: la scrittura. La mamma, presente all’incontro, afferma “vorrei vedere più ragazzi con la sua stessa forza di volontà, per noi è stata un dono”. Smettendo di essere spettatori della vita, chiunque può trovare la propria vocazione e le proprie potenzialità.

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(§ VEDTv – Articolo di giornalismo partecipativo redatto da Benedetta Manca del Laboratorio Tecniche di Linguaggio Giornalistico dell’Università di Napoli L’Orientale)

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