L’Ambasciatore ONU Maurizio Massari all’Università di Napoli L’Orientale: dibattito sul ruolo delle Nazioni Unite nella guerra nel cuore dell’Europa
L’Ambasciatore ONU Maurizio Massari all’Università di Napoli L’Orientale: dibattito sul ruolo delle Nazioni Unite nella guerra nel cuore dell’Europa.
Mentre sulla guerra che infuria in Ucraina si allungano sempre più minacciose le ombre dell’escalation nucleare, il Dipartimento di Scienze Umane e Sociali dell’Università “L’Orientale” di Napoli, diretto dal Prof. Giuseppe Cataldi, ha organizzato un doppio convegno: la Lectio Magistralis “Competizione tra grandi potenze nel XXI secolo – Governance e ruolo delle Nazioni Unite” e il Seminario “La guerra nel cuore dell’Europa. Che ruolo possono giocare le Nazioni Unite?”.
Ospite d’eccezione della giornata seminariale l’Ambasciatore ONU Maurizio Massari, uno dei laureati eccellenti dell’Ateneo fondato da Matteo Ripa, che al culmine di una carriera che lo ha portato a Mosca, Londra, Washington, in Egitto e a Bruxelles, dove ha contribuito a redigere il Trattato di Maastricht, attualmente ricopre il prestigioso incarico di Rappresentante Permanente dell’Italia presso le Nazioni Unite.
Il “ritorno a casa” dell’Ambasciatore Massari, laddove si è laureato ben 40 anni fa, si è articolato in due momenti: prima una lectio magistralis su “Competizione tra Grandi Potenze nel XXI secolo. Governance globale e ruolo delle Nazioni Unite” in cui, dopo un incipit su genesi, organizzazione e funzioni delle Nazioni Unite, sgombrando il campo da un equivoco di fondo sullo status dell’ONU, un’organizzazione intergovernativa di Stati sovrani e non la sede istituzionale di una sorta di governo del mondo con rappresentanti democraticamente eletti, bilancio ed esercito autonomi, l’Ambasciatore Massari ha offerto agli studenti dell’Orientale una chiave di lettura per decifrare correttamente l’attuale contesto geopolitico attraverso la disanima delle visioni della governance globale, in particolare, degli Usa, della Cina, della Russia e dell’India (quinta potenza mondiale, dopo aver superato il Regno Unito, con aspirazioni a un seggio permanente nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU) e del loro posizionamento rispetto all’invasione russa dell’Ucraina.
Poi, nel “secondo tempo” della sua giornata all’Orientale, dopo i saluti del Prof. Roberto Tottoli, Rettore dell’Università de “L’Orientale”, l’Ambasciatore Massari ha animato un tavolo di confronto e riflessioni con i Professori Giuseppe Cataldi, Paolo Wulzer, Vicedirettore del Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, e Ottorino Cappelli, Ordinario di Scienza Politica.
Momenti diversi il cui fil rouge è stata la centralità dell’ONU nel disinnescare le minacce alla pace nel momento in cui il mondo sembra precipitare nella Terza Guerra Mondiale.
Anche se gli accorati inviti al dialogo in nome della pace rivolti ai belligeranti del conflitto russo-ucraino vengono soffocati dal clangore delle armi che ancora non tacciono, la meritoria azione delle Nazioni Unite ha alleviato le sofferenze del popolo ucraino dando assistenza agli sfollati interni e gestendo i ricollocamenti dei milioni di profughi, soprattutto donne, bambini e anziani, oltre che mediando, di concerto con la Turchia di Erdogan, l’accordo sull’export del grano e dei fertilizzanti ucraini attraverso il Mar Nero.
Isolato sul piano internazionale, complice il sostegno solo politico e non militare dell’alleato di ferro, Pechino, e con le sanzioni occidentali che cominciano a mordere il tessuto economico-industriale della Federazione Russa, per l’Ambasciatore Massari, Putin si è volontariamente condannato a un futuro da “junior partner” della Cina. Quindi, indebolito anche sul piano interno, dopo che i consiglieri di 18 distretti russi ne hanno chiesto le dimissioni per le sconfitte nell’Est dell’Ucraina con tanto di richiesta di processarlo per alto tradimento, per limitare le perdite lo “Zar” potrebbe davvero essere indotto nel breve-medio periodo a porre termine a questa sciagurata nel cuore dell’Europa. Nondimeno, proprio nel momento in cui l’avanzata russa segna il passo e la controffensiva delle forze armate ucraine continua a strappare, seppure a fatica, città e villaggi del Sud-Est agli occupanti, Putin potrebbe essere ancora più pericoloso e spietato. Insomma, Putin è come quel topolino – come raccontato dallo stesso “Zar” della Russia - in cui s’imbatté da ragazzino durante le sue scorribande per le strade dell’allora Leningrado che, sebbene messo in un angolo, invece di alzare bandiera bianca si mostrava più aggressivo.
E, infatti, dopo l’attacco al ponte di Kerch in Crimea e alle navi militari alla fonda nel porto di Sebastopoli, sempre in Crimea, la sua reazione è stata brutale e sproporzionata: rispettivamente decine di raid aerei che hanno preso di mira i civili e le infrastrutture civili oltre alla sospensione dell’accordo sull’export del grano. Ecco perché è facile cadere preda della suggestione di Papa Francesco secondo il quale “siamo già nella Terza Guerra Mondiale combattuta a pezzi”. Tuttavia, alla luce dei continui strali di Putin agli Stati Uniti, accusati di aver fomentato l’escalation nucleare, di impedire agli ucraini di non sedersi al tavolo dei negoziati con i russi, di esportare nient’altro che il dominio e di volere la distruzione della Russia, con annesso invito ad avviare equi colloqui su un futuro globale condiviso, forse più che precipitati nella Terza Guerra Mondiale stiamo assistendo al ritorno della Guerra Fredda sotto forma di un multipolarismo confrontativo, secondo la definizione dell’Ambasciatore Massari, quando le due Superpotenze, gli Usa e l’ex Urss, non si fronteggiavano a viso aperto ma, per così dire, per interposta persona, ossia tramite ingerenze e il coinvolgimento militare nelle aree di crisi e nei conflitti divampati alla periferia dei rispettivi blocchi (processo di decolonizzazione del continente africano, Sud-est asiatico, Medio Oriente, Centro e Sudamerica).
Sembra, dunque, esserci in un simile scenario poco margine di manovra per gli “uomini di buona volontà” e per le Nazioni Unite anche perché in questo braccio di ferro indiretto tra Washington e Mosca, gli Stati Uniti, per la prima volta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, hanno dislocato in Romania, a circa 300 km dal confine ucraino, la 101esima divisione aviotrasportata, corpo d’elite dell’esercito a stelle e strisce addestrato a mobilitarsi e a combattere in poche ore. Tuttavia, proprio quando sull’umanità calano le tenebre, la notte è meno atra se è rischiarata dalla fiaccola del dialogo, dell’anelito alla pace e della conoscenza.
E, in fondo, il senso ultimo della giornata seminariale all’Orientale è il riecheggiare quel coro che oggi come ieri invoca semplicemente di dare, sotto l’ombrello protettivo delle Nazioni Unite, una chance alla pace.
Reportage video a cura di Francesco Giordano, filmmaker - Documentary maker - DoP - AudioVideo Editor Producer, Prof. Laboratorio Dip.Scienze Umane e Sociali Università degli Studi di Napoli “L’Orientale” .
Interviste e redazione Luigi Pasquariello, giornalista.
§VEDTV
Lectio Magistralis Ambasciatore ONU Maurizio Massari - Università di Napoli L’Orientale.
Seminario Ambasciatore ONU Maurizio Massari - Università di Napoli L’Orientale.
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comunicato stampa pubblicato su altre testate giornalistiche: