La realtà multiculturale dei CPIA raccontata dal regista Maurizio Giordano nel docufilm ‘Mathema’ proiettato all’ Università L’Orientale di Napoli..

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LABORATORIO DI CINEMA presso il CLAOR – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI L’ORIENTALE.

INCONTRI, LABORATORI, PROIEZIONI, DIBATTITI E SEMINARI DI INNOVAZIONE E SPERIMENTAZIONE PER LA PROMOZIONE E LA DIFFUSIONE DEL CINEMA E DEL COMPARTO AUDIOVISIVO.

La realtà multiculturale dei CPIA raccontata dal regista Maurizio Giordano nel docufilm ‘Mathema’ proiettato all’Orientale.

Maurizio Giordano e Silvestro Marino ospiti del Laboratorio di Cinema portano a galla il potere del cinema nel promuovere l’inclusione sociale e culturale richiamando all’importanza dell’esperienza cinematografica.

Prosegue la rassegna cinematografica, parte integrante del Laboratorio di Cinema attivato presso l’Università  “L’Orientale” – che vede il Prof. Giuseppe Balirano, Delegato del Rettore per il lifelong learning e multimedialità nonché Presidente del CLAOR, il Centro Linguistico di Ateneo de ‘L’Orientale’, come docente responsabile e il Prof. Francesco Giordano nelle vesti di docente esperto –  che approfondisce il tema del multiculturalismo a Napoli. Riflettori puntati sui CPIA, acronimo per Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti, nello specifico quello di Napoli 2, grazie all’interessante documentario, o docu-fiction come da definizione del suo autore, “Mathema” di Maurizio Giordano.

Il regista nelle vesti di un maturo professore di matematica che ha accettato un incarico al CPIA inizia il proprio viaggio alla scoperta del suo nuovo posto di lavoro e nel farlo accompagna per mano lo spettatore che così familiarizza con una realtà poco conosciuta, quella in cui studiano gomito a gomito immigrati, desiderosi di apprendere la lingua italiana, step fondamentale per ottenere l’agognato permesso di soggiorno,  e italiani che per vari motivi hanno interrotto gli studi e che sono ritornati sui banchi, anche in età avanzata, per completare il loro percorso scolastico. Con lievi e sapienti tocchi di macchina e un ritmico alternarsi di interviste ai docenti e agli studenti del CPIA Napoli Città 2 prende forma una sorta di microcosmo multiculturale in cui è abbattuta ogni barriera tra i docenti e i discenti così come tra le rispettive culture, con i primi che danno sostanza a quanto annotò nel registro di classe del 1964-65 Giorgio Caproni, tra i più grandi poeti italiani del ‘900 e per oltre 30 anni maestro elementare: “Più che tracciare un piano di lavoro da seguire punto per punto, credo che per questo primo mese non mi resti altro da fare che chiamare a raccolta tutte le poche virtù che posseggo, e di puntare soprattutto su quell’amore (amore eguale comprensione, eguale intelligenza, eguale conoscenza) che senza dubbio è il primo “sesamo” capace di schiudere ogni porta e di sciogliere ogni nodo. Capire, più che studiare, i bambini di fronte ai quali mi trovo; e capire, più che studiare, me stesso, in modo da potermi adeguare a loro”.

Il grande regista Ingmar Bergman riteneva che il cinema non può cambiare il mondo, eppure proseguì a farlo in quanto “una persona, finché vive, deve continuare a fare quello che gli piace. In fondo quello che uno fa lo fa prima di tutto per se stesso, il fine ultimo è sempre quello di mettersi in contatto con gli altri, si cerca sempre di dire: “Ascolta un momento: vieni qua e forse imparerai qualcosa di nuovo”. Ebbene,  è proprio questa  la sensazione che lascia in dote la visione di ‘Mathema’, un documentario che svela un  mondo, quello dei CPIA, ignoto ai più con l’effetto di un  ‘pugno nello stomaco’ – prendendo a prestito l’efficace metafora del produttore Silvestro Marino, presente alla proiezione insieme all’organizzatore di festival cinematografici internazionali Pietro Pizzimento – che scuote le coscienze anestetizzate dall’uso compulsivo dei diversi device e dei social network.

Ma ‘Mathema’ restituisce anche l’immagine di un innamorato della Settima Arte, Maurizio Giordano, che nella vita ha provato a dedicarsi ad altro ma che poi è ritornato a fare cinema, nonostante le connesse enormi difficoltà, giacché, come ha confessato nell’introduzione alla visione del suo documentario, lo fa stare bene proprio perché, esattamente come Ingmar Bergman, è ciò che gli piace fare. E di certo anche gli studenti del Laboratorio di Cinema, e non solo loro come testimoniano i riconoscimenti che ha raccolto in giro per il mondo,  hanno gradito molto il risultato di ciò che gli piace fare anche perché ‘si vede’ che Maurizio Giordano è cresciuto a pane e cinema.

LUIGI PASQUARIELLO, VALENTINA SORIA ufficio stampa Laboratorio di Cinema

SARA PETRACHI, foto, riprese  – stagista VED in conv. Università L’Orientale di Napoli

Redazione§VEDTV

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