Nuovo Parroco per San Giovanni Battista dei Fiorentini a Napoli: Mons. Carlo Ballicu. La cerimonia presieduta dall' Arcivescovo S.E. Mons. Domenico Battaglia

Nuovo Parroco per San Giovanni Battista dei Fiorentini a Napoli: Mons. Carlo Ballicu. La cerimonia presieduta dall' Arcivescovo S.E. Mons. Mimmo Battaglia

L’arcivescovo metropolita di Napoli, S.E. Mons. Mimmo Battaglia, ha affidato l’11 maggio 2024 ufficialmente la Parrocchia di San Giovanni Battista dei Fiorentini, a Napoli, a Mons. Carlo Ballicu. Questa transizione segna un nuovo capitolo nella vita della comunità parrocchiale, che ha goduto della guida di Don Lello Sogno per circa trent'anni.

Don Lello Sogno ha svolto un ruolo fondamentale nella crescita e nell'animazione della parrocchia, coinvolgendo attivamente giovani e giovanissimi, così come numerosi fedeli. Durante il suo mandato, la comunità ha prosperato ed è diventata un luogo di accoglienza e di attività fervente.

Nel corso della cerimonia di passaggio di consegne, Mons. Ballicu ha voluto ringraziare il lavoro compiuto da Don Lello e ha reso omaggio al fondatore della parrocchia, Padre Mauriello.

Durante un toccante momento, Mons. Ballicu ha condiviso con l’arcivescovo i sentimenti espressi da alcuni ragazzi su un cartellone all'ingresso della chiesa: "voliamo verso un mondo ricco di speranza e di pace".

Mons. Ballicu ha celebrato il "possesso canonico" insieme ai confratelli sacerdoti del decanato durante una solenne Santa Messa presieduta dall'arcivescovo. La cerimonia è stata un momento di gioia e festa, caratterizzata dall'accoglienza dei bambini con canti sul sagrato della chiesa e dalla donazione di un quadro raffigurante San Giovanni Battista come segno di omaggio.

Mons. Ballicu ha ricevuto ufficialmente la nomina per il tempo di nove anni, con il compito di guidare la comunità parrocchiale nel rispetto del piano pastorale diocesano e con uno spirito missionario.

L'arcivescovo ha sottolineato l'importanza di diffondere la pace e la speranza, incoraggiando i presenti a muoversi e ad annunciare il Vangelo con coraggio e convinzione.La celebrazione è stata arricchita dalla partecipazione del coro e dell'assemblea.

L'Arcivescovo ha condiviso un messaggio di speranza e fiducia, esortando tutti a imparare a sorprendersi e a fidarsi di Dio. Ha richiamato l'attenzione sull'importanza di muoversi e annunciare il Vangelo con coraggio, condividendo storie personali di speranza. Ha infine sottolineato l'importanza di amare e servire gli altri, rivolgendo un toccante appello a Luca affinché accompagni il nuovo parroco nel suo cammino pastorale ogni giorno.

Dopo Mons. Ballicu ha rinnovato le sue promesse sacerdotali, simbolo del suo impegno nei confronti della comunità. In un gesto di umiltà e servizio, ha compiuto la lavanda dei piedi ad alcuni fedeli, seguendo il rito del Giovedì Santo.

La comunità guarda fiduciosa al futuro, sapendo di poter contare sulla guida e sull'incoraggiamento del nuovo parroco, Mons. Carlo Ballicu, nel portare speranza e amore nella loro vita quotidiana.

L’omelia dell’arcivescovo Don Mimmo Battaglia:

"Imparare a sorprenderci, fidarci di lui, pace e speranza", ha detto Carlo all’ingresso della chiesa. "Spesso capita di dire che impegnarsi per la pace sembra un’utopia in questo mondo, però io vi dico che cos’è l’utopia perché l’assurdo non si impadronisca delle nostre vite. E allora pace, pace per tutti, pace nel nostro cuore. E poi la speranza. Sapete com’è bello sapere che la speranza cammina di pari passo con la Fede, nel senso che sapere che tu speri in quello che credi, ma se non credi in niente, non speri in nulla. E allora in questa celebrazione devo stare attento a capire: qual è la nostra vita, qual è il Dio in cui noi crediamo. La Parola che abbiamo ascoltato questa sera è una parola importante, sempre è importante la Parola nella nostra vita, perché quella Parola dà una direzione ai nostri passi. E questo è possibile dal momento in cui noi da quella parola ci lasciamo provocare da quella Parola. Intanto già nella prima Lettura, perché sta per provocarci. E intanto il Signore sta per provocarci, quando non riusciamo a capire, quando non riusciamo a dare un senso a quello che viviamo. E’ come se guardassimo sempre in un qualcosa che non crediamo. Ecco perché stasera il Signore ci dice, annunciate il Vangelo e assumetevi il vostro coraggio perché questo è il tempo delle consegne. La festa dell’Ascensione che stasera stiamo celebrando è il tempo delle consegne.Nel Vangelo Gesù dice ai suoi discepoli, e questa sera lo dice a noi che siamo tutti discepoli del Signore: 'andate in tutto il mondo e annunciate la Parola del Vangelo'. Pensate alla forza di queste parole: andate. Ancora siamo troppo fermi. Andate. Muovetevi. Che non significa organizzatevi, ma significa muovetevi, non state fermi, alzatevi. Pensate a quante volte nella vita, purtroppo, ci ritroviamo molte volte ad essere in ginocchio perché schiacciati da ciò che accade, come se seduti vorremo essere schermati da ciò che accade. Invece Gesù ci dice andate, muovetevi, mettetevi in piedi, andate, non state fermi.Per fare che cosa? Annunciare. Non le proprie idee, non le proprie convinzioni, ma il Vangelo, la forza del Vangelo. E il Vangelo è Gesù Cristo, colui che salva, colui che guarisce la vita, colui che aiuta a ritrovare il senso, quando sembra che questo senso della vita non ci sia più, sembra che sia scomparso.Questa Parola è vera, vera sempre, perché il Signore ci guida, il Signore ci capisce davvero. Quella parola rende sicuro chi non ce la fa, rende sicuro chi si sente smarrito, rende sicuro chi non ha più una speranza. Quante volte nonostante i mali siamo passati indenni, quante volte, eppure non ci siamo arresi. Abbiamo una forza che ci da’ Lui, è la forza della Vita. Dio ha un bel dentro di noi, della nostra forza, incoraggiandoci a vicenda tra di noi. Perché tutti hanno bisogno oggi di speranza, della nostra speranza, di prendersi cura della speranza degli altri, esibendo speranza. Questa è la grande nostra vocazione. Questo è il significato più profondo di questa festa, questo è partecipare alle sue promesse. E allora quella speranza è al centro della Terra, tu sei responsabile di questa speranza, perché il Signore si fida di te. Finchè dovrai fidarti di questo Vangelo e non avrai il coraggio di sporcati le mani in nome di questo Vangelo.Stasera con Don Carlo (che riceve il possesso canonico di questa Parrocchia) vivremo momenti particolari del suo sacerdozio.Tra un po’ Carlo rinnoverà le sue promesse sacerdotali. Ed è un momento importante per la vita di un parroco, ma attenti è anche un momento importante per la vita di tutti noi sacerdoti.Ne vedo tanti di questi sacerdoti quando fanno il possesso canonico, ed è importante questo momento del rinnovo delle promesse sacerdotali, è il ripensare a quello che è la nostra storia, a quella che è la nostra vocazione, a quella che è la nostra vita, a quella che è la nostra scelta e riflettere a quel momento in cui il Signore è passato nella nostra vita, ha incrociato i nostri occhi e noi ci siamo lasciati affascinare da lui. Perché è bello colui che si è lasciato affascinare da Cristo. Ed ogni volta che vivo questo momento non posso non pensare alla mia storia e a quella di tutti sacerdoti. E non posso non pensare alla vostra storia, a quella di tutti i credenti, cioè al giorno in cui voi avete creduto in Cristo.Mi ricordo il giorno prima della mia ordinazione sacerdotale, la sera prima della mia conversione, mi era stato consegnato un dono, un libro e dentro questo libro c’era un impegno. Io ho letto quel libro e credetemi da quel giorno l’ho riletto per tantissimi giorni, l’ho imparato a memoria e me lo ripeto tutti i giorni, perché ho bisogno di quella parola. Su quel libretto c’era scritto così: 'se scegli una vita a servizio dell’uomo, non chiederti mai cos’è il bene, lo incontrerai strada facendo'.Possiamo sempre di più farci convertire dallo sguardo del Signore. Oggi la gente ha sete di Dio, ha bisogno di incontrare. Il Signore ci dice che ognuno di noi rende visibile nella storia il Signore Gesù. Noi siamo testimoni del Signore Gesù nella nostra storia.Ho vissuto qualche anno nel mondo del disagio, nel mondo della speranza. Ricordo un giorno di aver ricevuto una lettera da un giovane di 25 anni, diceva così: 'Ho ricevuto da un adulto una cassetta con delle canzoni e non l’ascoltai, la misi in un cassetto. Un giorno rovistando quel cassetto ho messo quella cassetta lì, mi sono fermato, ho messo le mani in tasca, avevo otto milioni in tasca, avevo venduto la droga. Sono andato dal mio…nel mio paese e gli ho dato quei soldi. Ma il giorno dopo ero di nuovo sulla strada a spacciare. Qualche tempo fa era il mese di maggio, mese della Madonna, stessa storia, stessa cassetta…ma che mi sta succedendo, ma che cosa vuole il Signore da me perché non mi lascia in pace. Tornai a casa e guardai in faccia mia madre, come era bella mia madre, non l’avevo mai guardata in faccia, la droga mi aveva bloccato, il sesso mi aveva bloccato, la smania di coprire i miei problemi mi aveva portato lontano… Sa cosa sto facendo oggi? Sto diventando frate.Domanda: chi è questo Dio che quando davvero lo incontri ti accorgi che non puoi più fare a meno di lui? Mi meraviglia quando nel tuo volto c’è l’immagine di Dio, nel volto di ognuno di noi c’è l’immagine di Dio. Per questo la tua vita, amala, vivila, anche tra le sofferenze.Sono stato un po’ in giro per il mondo, ho vissuto, sono andato in Colombia, in Honduras, sono andato in Brasile. In Brasile c’era una casa famiglia, pensate, l’ultimo bambino era arrivato in questa famiglia qualche giorno prima, trovato per strada. Dopo giorno, hanno sentito le urla e i pianti di questo bambino. Un giorno si stava pranzando in questa casa e accanto a me c’era una bambina di due anni che mi stava raccontando che le mancava molto sua madre. Affianco a don Giulio c’era un bambino di cinque anni e quel giorno voleva attirare la sua attenzione perché stavo prestando attenzione alla sorella. Ed il bambino si agitava, saltava, sulla sedia, sul tavolo… Poi è andato dal padre per stringergli la mano come per dirgli scusa, non lo faccio più. E il padre ha asciugato le sue lacrime e gli ha fatto una carezza e gli ha detto: 'non ti preoccupare non è successo nulla. Io mi sono fatto piccolo così'. Quel giorno forse ho incontrato Dio. Dio ti dice sempre 'non ti lascio solo', ecco la festa dell’Ascensione, ecco il mandato ad ognuno di noi, Dio ti manda e non ti lascia solo. Perché Amare è Servire. Quella carezza significa vicinanza, prossimità, cura. E allora si che saremo veri testimoni di Cristo e allora sì, in questo quartiere, in questa città, porteremo speranza.

Lasciandoci guidare… da lui. Sai cosa ti chiedo, Luca? Prendi per mano il parroco, non oggi, tutti i giorni e accompagnalo tu."

Foto

(Francesco Giordano @VEDTV)